Se si pensa ad un divano, probabile che, una delle prime immagini che sale alla mente, sia quella di un divano Chester. Sono così classici da essere diventati quasi un simbolo stesso dell’oggetto.
Mica per niente, nella sigla di Friends c’è un divano capitonné e, nella scena cruciale di Matrix, Neo e Morpheus siedono su due poltrone Chester.
Storia del capitonn
I divani Chester sono realizzati con la tecnica capitonné e nascono da un’idea di Lord Philip Stanhope, quarto conte di Chesterfield che commissiono ad un artigiano un divano comodo, facile da pulire e che non sgualcisse gli abiti.
Così venne usato il cuoio, più semplice da mantenere pulito delle stoffe e si utilizzo la tecnica del capitonné, non solo comoda, veniva usata anche per gli interni delle carrozze, ma anche decisamente compatta e durevole.
Capitonnè è una parola francese, participio passato del verbo capitonner, che significa proprio imbottire e deriva dal nome capiton che era lo scarto della lavorazione della seta, usato proprio come materiale per imbottire.
Detto questo, risulta quasi ovvio che i divani capitonné siano dei classici sopravvissuti ad ogni moda e che, ancora oggi siano il ritenuti la Ferrari dei divani.
Ma in cosa consiste questa fantomatica tecnica? Semplice, si tratta di imbottire realizzando delle losanghe accostate l’una all’altra e fermate da bottoni posti nei vertici. Classicamente il materiale era a pelle e niente altro, ma oggi la si realizza con ogni materiale e ci si sbizzarrisce con i bottoni.
Vediamo come si fa.
Per prima cosa si deve disegnare sul legno del fusto dell’arredo, la griglia e, in ogni vertice, si buca il legno.


Fatto questo, si riporta lo stesso disegno sul primo strato di imbottitura, solitamente in poliuretano, e si buca anche lui, esattamente nello stesso punto in cui si è bucato il legno. Si procede così su ognuno degli strati, sino ad arrivare al resinato che è lo strato più esterno.



Ora affrontiamo la stoffa. Nella tecnica capitonné, la stoffa affonda nei fori creando delle pieghe, che segnano le linee delle losanghe, quindi la stoffa deve essere abbondante, le losanghe qui vanno ingrandite, considerando l’eccesso di materiale che servirà a fare le pieghe.
Ora è arrivato il momento di mettere tutto insieme. Ogni vertice delle losanghe disegnate sulla stoffa, deve coincidere con il corrispondente foro nell’imbottito. Con un ago e con un filo, si trapassano tutti gli strati e si fissa il filo che fuoriesce dal foro.


Si procede così per ogni foro, sistemando le pieghe della stoffa man mano che le losanghe si formano. Le pieghe devono avere tutte la direzione corretta, per mantenere l’uniformità della griglia.
Ce ne sarebbe già abbastanza per rendere ragione del prezzo di un divano realizzato così, ma non è ancora finita. A caratterizzare il capitonné mancano ancora i bottoni. noi li facciamo a mano, uno per uno, poi li infiliamo e li fissiamo nei fori. Fatto 🙂


La tecnica si può applicare a qualunque cosa, divani, poltrone, letti e pouf, ma non ci sono imiti alla fantasia. Porse il più bel lavoro fatto con questa tecnica è una testata letto in pelle blu per un appartamento londinese, lo abbiamo raccontato per filo e per segno in un reel su IG e siamo qui apposta per farne uno per voi.




Noi non facciamo i divani capitonné partendo da zero, li facciamo fare da chi è specializzato, ma il resto si e ci diverte anche molto, soprattutto quando si tratta di dover fare 177 bottoni!
alla prossima
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