La Domenica mattina, sul profilo IG, prendono vita le #storiesdallabottega in cui raccontiamo quello che stiamo facendo e come lo stiamo facendo. Siccome piacciono, abbiamo pensato che raccontare la genesi di un divano su misura fosse cosa doverosa e quindi partiamo con una serie di articoli in puro stile Piero Angela, per farvi entrare nel favoloso mondo della tappezzeria.
Si comincia dal cliente
Non ha molta importanza quale sia lo stile, la forma o il colore, la costruzione di un divano artigianale segue sempre lo stesso procedimento.
La prima cosa da fare è comprendere esattamente cosa il cliente voglia, il che non è mai molto semplice e, anche una volta capito tutto, non è detto che sia definitivo.
Ad ogni modo, tutto il processo che si attiva è piuttosto flessibile ed i cambiamenti sono all’ordine del giorno sino all’ultimo momento.
Una volta compreso cosa esattamente dobbiamo costruire, il tappezziere fa un disegnino, niente di artistico, ma uno schizzo molto tecnico del divano nuovo, comprensibile solo a lui, che gli consente di far partire la costruzione.
Mano alle matite
Disegno a matita di un divano schizzo di un letto
Ecco, il disegno è più o meno così e li conserviamo tutti.
Non capita quasi mai di dover rifare esattamente lo stesso oggetto, ma sono comunque utili. Ci sono dettagli che si ripetono e soluzioni che, una volta trovate, possono tornare buone anche in futuro.
E poi, siamo dei nostalgici sentimentali e ci piace avere la memoria storica di quello che facciamo.
Ci piace conservare tutto, dobbiamo ammetterlo, fosse per noi non butteremmo via nemmeno uno spillo e abbiamo ritagli di stoffa di quasi ogni lavoro che sia uscito da qui, ma questa è un’altra storia e la racconteremo un’altra volta.
Dallo schizzo si passa ad un disegno in scala 1:1, si non ho sbagliato a scrivere, i divani artigianali si disegnano in scala reale e con tutti i dettagli necessari.

Questo perché il disegno sarà la guida per il falegname e deve quindi consentirgli di costruire esattamente la struttura che ci servirà per dare vita proprio al divano che vuole il cliente.
L’importanza della struttura
Dietro ogni tappezziere ci deve essere un falegname altrettanto bravo ed appassionato, ci vuole intesa per capirsi al volo e ci vuole pazienza, per assecondare ogni desiderio . Siamo fortunati, il nostro Geppetto oltre ad essere esattamente così ed a vivere dietro casa nostra, è anche un bravo giardiniere; andarlo a trovare spesso è un piacere.
Dal disegno si arriva alla struttura in legno e da qui comincia il vero lavoro in bottega.
lo scheletro in legno costruire un divano, la laccatura

Per prima cosa, sullo scheletro in legno si montano le cinghie e le molle, che renderanno il divano accogliente senza che tu ti ci senta sprofondare dentro. Perché va bene stare comodi, ma da li bisogna pure alzarsi, prima o poi.
A questo punto si comincia con la parte soffice e si riveste il tutto con poliuretano espanso di differenti densità. Ci sono zone che devono sostenere ed altre che devono accogliere e quindi usiamo gomme diverse, ognuna capace di svolgere al meglio la sua funzione.
finalmente si riveste
Solo arrivati a questo punto si può cominciare a pensare al rivestimento del divano.
Si fa esattamente la stessa cosa che si fa per un abito. Si scompone il divano in parti e si disegna ogni parte sulla stoffa, incastrando ogni pezzo come il migliore dei giocatori di Tetris.
taglio del cartamodello

Le parti, una volta disegnate vengono tagliate. Per un divano si arriva a dover tagliare un centinaio di pezzi e così il tappezziere usa un sacco di bigliettini.
Non solo, segna il dritto ed il basso di ogni pezzo e li unisce con i suoi spilloni, così la Rosa può procedere spedita nella fase cucito.
Insomma, fare il rivestimento di un divano è come fare un puzzle,
Per questo capita di essere in bottega la Domenica mattina, ci vuole una certa concentrazione in alcune fasi.
Per adesso è tutto, non vi resta che seguirci su IG ed attendere la prossima puntata
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