Un divano è un elemento importante in una casa, è il centro della vita famigliare e lo si acquista pesando di tenerlo con se per lungo tempo. Per questo è importante che i materiali e le lavorazioni impiegate, garantiscano il giusto livello di comfort nel tempo. Il compito di rendere un divano confortevole per anni lo hanno proprio le molle. Piccoli oggetti capaci di accogliere, senza trattenere e di sostenere il nostro riposo a lungo.
Quindi, dopo aver eviscerato il mondo della struttura in legno, addentriamoci in quello delle molle, cinghie e corde.
Le molle
Che ruolo hanno le mole?
Le molle hanno l’impegnativo compito di rendere confortevole la vostra seduta e di mantenerla tale nel tempo. per farlo sfruttano la propria natura.
Le molle dei divani sono in acciaio e di forma piuttosto particolare, sono come una clessidra ed hanno 6 giri (si dicono elicoidali), ogni volta che ti siedi, loro si comprimono, quando ti alzi, tornano a rilassarsi e ridanno alla tua poltrona la forma originaria. Sono calibrate, in modo da non spingere troppo forte, ma in grado di eliminare i segni della tua ultima dormitina.

Nel loro compito di rendere confortevole un divano, le molle non sono sole ; lavorano insieme alle cinghie, sia elastiche che rigide e hanno un alleato fondamentale nelle corde. Tutti insieme fanno si che la struttura rimanga inalterata nel tempo e che si eviti l’effetto sprofondamento.
Ad orchestrare tutti quanti c’è l’abile mano del tappezziere che mette ognuno al suo posto
piccola parentesi chimico fisica
L’acciaio che compone le molle, è una lega di carbonio e ossigeno, che contiene una percentuale di silicio, responsabile dell’elasticità. Questi atomi hanno la capacità di lasciare che gli atomi vicini si accostino e si allontanino senza che il legame tra loro si rompa, sono come dei compagni rispettosi degli altrui spazi. Ogni volta che la molla riceve una sollecitazione, cioè ogni volta che ti siedi, si comprime, accorciandosi. All’interno del metallo, ciò che accade è che gli atomi che lo costituiscono si accostano l’uno all’altro; possono farlo perché si stanno simpatici e non sono lupi solitari. Quando poi ti alzi, la molla torna ad allungarsi e le molecole si allontanano le una dalle altre, respirando un po’ di più, ma senza lasciarsi.

Questo gioco può continuare all’infinito, a patto di restare nei limiti imposti dalla natura degli atomi, non si potrà comprimere la molla oltre una certa forza, saranno anche flessibili gli atomi, ma hanno pur bisogno del loro spazio vitale. Non si potrà nemmeno allungarla a dismisura, perchè anche se gli atomi tendono a mantenere i loro legami, non si può far durare per sempre un amore a distanza. Quindi, per ogni scopo esistono molle adatte, che possano lavorare in quel delicato intervallo in cui il gioco tra vicino e lontano può continuare a reggere all’infinito.
Scusate, per me gli atomi hanno una loro anima e, quando parlo di loro tendo a perdermi via. Torniamo sul pezzo, che è meglio.
Ora vediamo come si procede

Per prima cosa, sullo scheletro in legno, si montano le cinghie, cioè strisce di tessuto larghe 5 cm e le si fissa alla struttura con graffette di metallo o chiodi. Le cinghie si mettono sia il orizzontale che in verticale, incrociandole come nei canestri di vimini e si lascia uno spazio largo 3-4 cm tra una e l’altra. Questo crea un tappeto stabile e resistente sul quale potranno essere poi fissate le molle.

Le molle vengono cucite una ad una con la corda ed un ago decisamente grosso. Le si cuce nel punto di incrocio delle cinghie e si legano tra loro le estremità superiori delle molle. In pratica si fa un nodo nella parte alta della prima molla, poi si passa alla seconda e si annoda anche lei e via cosi, sino a legare insieme tutte le molle, cercando ovviamente di non rimanere aggrovigliati
Ci sono situazioni in cui si crea prima un tappeto di cinghie rigide su cui si montano le molle e sopra si crea un secondo tappeto di cinghie alle volte rigide e alle volte elastiche e altre situazioni in cui il secondo tappeto di cinghie non serve. Alle volte si usano solo le cinghie. Dipende tutto dal sostegno necessario.
Ad ogni modo, giunti a questo punto, si stende un pietoso velo di tela juta a coprire questo intricato dedalo di cinghie, molle e corde e si può procedere ad ingommare, ma di questo parleremo la prossima volta.
Ora vi metto qualche foto, che non sono mica sicura di essere stata proprio chiara e certe cose è meglio vederle. Inoltre, la domenica mattina, sul nostro account IG, ci sono le #storiesdallabottega e potete vedere tutto dal vivo.
Cinghie rigide, molle e cinghie elastiche Cinghie rigide e molle
Vi lascio anche il link alla bacheca di Pinterest dove raccogliamo le immagini degli interni e qui trovate la playlist elastica da ascoltare.
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